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Firenze, una Biennale tra cultura e paesaggio
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Firenze, una Biennale tra cultura e paesaggio

 

Svolta, rinnovamento, trasformazione. Potrebbero essere queste le «parole-chiave» per capire cosa si nasconde dietro la prima edizione di «Florens 2010», la Biennale dei Beni culturali e ambientali in programma dal 12 al 20 novembre a Firenze presentata ufficialmente ieri a Palazzo Vecchio. Una svolta, un rinnovamento, una trasformazione che hanno come fulcro il capoluogo toscano e che dovrebbero allontanarlo il più possibile da quella «Firenzina» che tanto Giovanni Spadolini aveva in uggia. Per riportarlo finalmente verso una più adeguata dimensione di «capitale internazionale della cultura». «Quello che più mi ha colpito - dice Giovanni Gentile presidente di Confindustria Firenze e del comitato promotore - è che forse per la prima volta le realtà cittadine si sono trovate unite attorno ad un progetto che vuole promuovere e valorizzare il patrimonio locale». Davide Rampello, presidente della Triennale di Milano e di questa nuova Biennale fiorentina (prossima edizione nel 2012), sottolinea come «Firenze sia stata scelta come luogo ideale per una riflessione sull' armonia che deve rifiorire tra il mondo dei beni culturali e ambientali e le nostre città». Una riflessione sul tema «Valorizzazione è re-interpretazione» (questo è il tema della prima edizione nata da un' idea di Gentile) che vede coagulati nel comitato organizzativo Confindustria Firenze, Cna, Intesa Sanpaolo e Cassa di Risparmio con il patrocinio del Ministero dei Beni e attività culturali e di quello degli Affari esteri oltre ad Unesco, Regione Toscana, Provincia e Comune. Nel gruppo anche la National Geographic Society e The European House-Ambrosetti, cui è stata affidata la realizzazione del Forum (che sarà il fulcro di questa settimana) durante il quale saranno presentati i risultati di uno studio su «La ridefinizione dell' economia dei beni culturali e ambientali», basato su un nuovo «strumento di analisi comparativa» definito «Cult Index». Proprio ieri ne sono stati anticipati alcuni dati: Italia al quarto posto tra otto Paesi occidentali (dietro a Usa, Regno Unito e Francia) nella classifica del capitale culturale e ambientale; Italia in testa per siti iscritti tra i patrimoni dell' umanità, ma in coda per le biblioteche; Lazio, Toscana e Umbria prime regioni in Italia; Sardegna, Calabria e Campania ultime. Il simbolo di «Florens 2010» (costo previsto, due milioni di euro) sarà un grande prato verde nella centralissima Piazza del Duomo, ma la Biennale non dimenticherà i comuni limitrofi: da Scandicci a Fiesole (dove si parlerà di archeologia con Andrea Carandini), da Bagno a Ripoli a Campi Bisenzio. Mentre tra i relatori (oltre alla soprintendente Cristina Acidini, ieri assieme al sindaco Matteo Renzi che ha annunciato il restyling del Museo di Palazzo Vecchio, della Sala d' Arme e del Cortile di Michelozzo giusto in tempo per l' evento) ci sono il direttore dell' Hermitage Mikhail Piotrovsky, quello (emerito) del Met Philippe de Montebello e quello dei Vaticani Antonio Paolucci; il direttore generale per la valorizzazione dei beni culturali Mario Resca e Zahi Hawass, segretario del Supremo concilio delle antichità d' Egitto. Verrebbe quasi da dire che soffia un vento nuovo in città. Anche perché, spiega Gentile, «in pochi mesi sono cambiati sindaco, presidente della Provincia e della Regione». E a scorrere il programma di «Florens 2010» questa voglia di novità appare quasi tangibile: eventi su «L' uso e ri-uso degli spazi artistici e architettonici» (ci sarà il masterplan pensato da Frank O. Gehry per Arles); spazi antichissimi e preziosi riportati a nuova luce (la Cappella dei Magi re-illuminata da Targetti); una mostra del Museo della Fiorentina dedicata a "Firenze Culla del Calcio"; un progetto speciale per la gipsoteca di Porta Romana (nelle vicine Pagliere saranno invece ospitate opere contemporanee di Kapoor, Schanbel e altri dal Pecci di Prato). Il tutto intrecciato con la tradizione, quella degli artigiani e quella «di chi vive e lavora in questa città» (Rampello appunto per questo ha in programma tutta una serie di incontri «con gli operatori», dai tassisti ai portieri d' albergo, senza dimenticare «un' attenzione speciale per i giovani e gli studenti»). E ancora l' enogastronomia; la musica (il 18 novembre concerto del Maggio Musicale diretto da Zubin Mehta); le «meraviglie fiorentine» (in programma una serie di «viaggi d' autore» attraverso la Porta del Paradiso e il canocchiale di Galileo, il Vocabolario della Crusca e la prima edizione del Principe. E se è addirittura prevista una replica del Miracolo di San Zanobi (domenica 14 novembre), Gentile e Rampello invitano a guardare comunque avanti: per dimostrare, come è nelle intenzioni di «Florens 2010», che la cultura e l' ambiente «sono il nostro petrolio». E che questo «modello eccellente di green economy» ha scelto come laboratorio proprio Firenze.

Bucci Stefano
http://www.corriere.it

 

 

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