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Picasso, Mirò e Dalì a Palazzo Strozzi
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Picasso, Mirò e Dalì a Palazzo Strozzi

Dopo il grande successo della prima grande rassegna mondiale su Bronzino, la Fondazione Palazzo Strozzi riporta l’attenzione sull’arte moderna, con un nuovo importante evento dedicato ai tre più grandi artisti spagnoli del Novecento. Dal 12 marzo fino al 17 luglio 2011 si terrà a Palazzo Strozzi a Firenze la mostra Picasso, Miró, Dalí. Giovani e arrabbiati: la nascita della modernità che presenta più di sessanta opere della produzione giovanile di Picasso, Miró e Dalí e oltre cento schizzi picassiani provenienti dai più importanti musei spagnoli, dal Metropolitan Museum of Art e da collezioni private. Promossa e organizzata dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze e dalla Fondazione Palazzo Strozzi con il supporto della Soprintendenza per il Polo museale fiorentino, la mostra è concepita in modo assolutamente innovativo per far vivere al visitatore un’esperienza di completa immedesimazione nella straordinaria atmosfera artistica dei primi anni del Novecento.


Una rassegna strutturata come un film composto da flashback che rinviano a una serie di incontri e incroci tematici e formali tra i tre grandi pittori spagnoli, “ripresi” all’inizio della loro avventura di artisti “giovani e arrabbiati”.  La mostra. La mostra indaga sulle radici comuni di uno stile che ha in seguito reso celebri i nomi dei tre artisti e sulla loro comune voglia di ribellarsi alle convenzioni dell’epoca. L’arte giovanile di Picasso rifletteva spesso le sue forti convinzioni politiche. Nel 1901, con il suo amico anarchico Francisco de Asís Soler fondò a Madrid la rivista «Arte Joven» (Arte Giovane) con vignette firmate da Picasso che rappresentavano la condizione dei poveri, con la quale solidarizzava. Anche Miró intese l’arte come un aspetto della politica, come attesta la sua affermazione che «l’assassinio della pittura» deriva da un’avversione per l’arte borghese, soprattutto se usata per promuovere un’identità culturale tra i ricchi. Allo stesso tempo nel 1926, Dalí, che era molto più giovane di Picasso e Miró essendo nato nel 1904, fu espulso dall’Accademia poco prima degli esami finali, poiché sosteneva che nessuno all’interno della facoltà era abbastanza competente per poterlo esaminare.

Curata da Eugenio Carmona (professore di Storia dell’arte all’Università di Malaga, membro del Consiglio del Museo Patio Herreriano di Valladolid, del Museo Nacional de Arte Reina Sofía e membro della Comisión Andaluza de Museos) e da Christoph Vitali (già direttore della Schirn Kunsthalle di Francoforte, del Haus der Kunst di Monaco, della Fondation Beyeler di Basilea e della Kunst- und Ausstellungshalle der Bundesrepublik Deutschland di Bonn) la rassegna esplora i percorsi dei tre grandi pittori alla ricerca della propria strada in un cammino a ritroso nel tempo.

Cresciuti in Catalogna, Picasso, Miró e Dalí raggiunsero la fama in Francia, dove i primi due scelsero di vivere e costruire la propria carriera, mentre Dalí decise di rimanere in Spagna. Riannodando le fila di un racconto che ha cambiato per sempre la storia dell’arte il visitatore è condotto attraverso spazi organizzati come “pensieri”, o riflessioni, che indagano le radici comuni di uno stile che ha in seguito reso celebri i nomi dei tre artisti. A fare da trait-d’union tra le varie opere il Cahier n. 7 (proveniente dal Museo della casa natale di Picasso a Malaga) esposto integralmente per la prima volta fuori dalla Spagna nella rassegna di Palazzo Strozzi. Nell’esposizione, secondo un lessico “cinematografico”, appariranno continui richiami visivi al Cahier, che contiene i primi schizzi per il rivoluzionario Les Demoiselles d’Avignon, che ha rappresentato sollecitazioni fortissime per Dalí e Miró e segnato l’inizio del linguaggio dell’arte moderna. Organizzata in 5 sezioni che coprono a ritroso un arco di trent’anni, la rassegna inizia con una serie di opere che rimandano alla presunta visita di Dalí a Picasso a Parigi nel 1926, per attraversare la nascita della modernità con le risposte di Dalí a Miró. Evidenzia poi l’incrocio avvenuto fra Miró e Picasso (1917) e termina ancor prima dell’arrivo del giovanissimo Picasso a Parigi nel 1900, all’inizio del nuovo secolo. Il percorso si chiude con opere dei tre artisti che, ricollegandosi alla straordinaria rivoluzione di Picasso di inizio secolo, mostrano il persistere dell’influsso di Cahier n. 7: il capolavoro cubista di Picasso Donna che piange del 1937, la Composizione geometrica di Miró del 1933 e l’Arlecchino di Dalí, risalente al 1926.

Dal 12 marzo al 17 luglio 2011 a Palazzo Strozzi più di sessanta opere della produzione giovanile di Picasso, Miró e Dalí e oltre cento schizzi picassiani.

http://www.palazzostrozzi.org

 

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