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L'ultima Repubblica Fiorentina
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L'ultima Repubblica Fiorentina

Il 16 maggio 1527 scoppiò a Firenze una violenta rivolta contro la famiglia Medici, la quale venne estromessa dal potere ed espulsa dalla città. Firenze si costituì nuovamente in Repubblica. Nel corso del XV° secolo Firenze era stata nominalmente una Repubblica, ma le leve del potere erano rimaste saldamente nelle mani della famiglia Medici fino al 1494, quando Piero de' Medici, figlio di Lorenzo il Magnifico, era stato rovesciato da una rivolta e la Repubblica guidata dal Savonarola.


La casata medicea era stata poi nuovamente imposta nel 1512, grazie alle truppe spagnole. Il 16 maggio 1527 vide la fazione democratica e repubblicana di Firenze prendere il potere, ma solo tre anni dopo, con un nuovo aiuto spagnolo, i Medici torneranno ad essere i signori di Firenze, duchi ereditari dal 1537 e granduchi di Toscana dal 1569. Durante l'ultima Repubblica Fiorentina, con un voto a larga maggioranza del Consiglio Grande, suprema assemblea dello stato democratico, nel 1529 sopra la porta principale di Palazzo Vecchio venne posta l'iscrizione che ricordava che Gesù Cristo era stato eletto re del popolo fiorentino. Questa iscrizione, successivamente modificata da Cosimo dei Medici, primo granduca di Toscana, rappresenta il legame inscindibile fra Firenze, indipendenza e cristianesimo, a cui i Fiorentini nel Mondo rimangono fedeli.

 


Qui è riprodotta quella che si suppone fosse l'iscrizione originaria




Prima Repubblica Fiorentina


Il periodo comunale di questa città inizia nel 1115 quando, a voto dei maggiori esponenti della nobiltà della città, Firenze si nominò indipendente e con ciò "comune". Questo periodo durò per tutto l'arco del duecento e del trecento, secoli in cui la repubblica raggiunse uno tra gli splendori che la cottradistingueranno dagli altri stati d'Italia. Tutto questo fino alla prima metà del quattrocento e più precisamente nel 1434, quando, Cosimo de' Medici detto "il vecchio" si proclamerà l'autorità a capo del governo fiorentino e trasformando di fatto la repubblica in una signoria anche se continuerà a chiamarsi con il nome d'origine.

 
 

Seconda Repubblica Fiorentina


La seconda repubblica fiorentina venne fondata sempre nell'omonima città ma con un modo non legale e convenzionale. Si trattò di una insurrezione popolare. Ciò accadde quando al passaggio in sei mesi del re di Francia, Carlo VIII di Valois, Piero de' Medici detto "il fatuo" venne cacciato dal monarca e dal popolo umiliato e guidato da un frate domenicano: Girolamo Savonarola. Questa fu stabilita nel 1494 e organizzò Firenze come un ente "a servizio della volontà di Dio", quindi senza una autorità ben stabilita se non quella di Savonarola. Si organizzarono numerosissimi eventi religiosi come processioni e si abolirono eventi mondani come il Carnevale. Singolare è, inoltre, l'episodio del "falò delle vanità", un immenso accendersi di fuochi in piazze e luoghi di ritrovo alimentati da libri, stampe, gioielli, strumenti musicali e qualsiasi oggetto ritenuto immorale. Ma papa Alessandro VI scomunicò frà Girolamo nel 1497. Allora Savonarola venne arrestato e torturato ma, successivamente, rilasciato. Una sera, preso e assediato da folle acclamanti nel suo convento di San Marco fu di nuovo catturato, interrogato e alla fine, impiccato e poi arso sul rogo insieme a due seguaci in Piazza della Signoria, la mattina del 23 maggio 1498. Dopo ciò la repubblica fu organizzata con sede a Palazzo Vecchio come agli inizi ma durò poco. Infatti i Medici vi tornarono con l'assedio della città e il massacro che vi seguì nel 1512. Guidati dai Cardinali Giovanni de' Medici e suo fratello Giulio furono le forze della lega santa stabilità da papa Giulio II ad attaccare. Con ciò iniziò il primo periodo del ducato fiorentino.

 


Terza Repubblica Fiorentina


La terza ed ultima repubblica ebbe inizio il 16 maggio 1527, a Firenze, quando i possedimenti erano governati da Ippolito de' Medici e da papa Clemente VII, quindi sotto diretto controllo dello Stato Pontificio. Ciò ebbe fine quando la signoria scacciò nuovamente i Medici e instaurò un ente governativo "di stampo piagnone" e cioè ispirato a quello di Girolamo Savonarola. Tutto questo fino al 1530 quando papa de' Medici chiese all'imperatore spagnolo Carlo V, riappacificato dopo il disastroso sacco di Roma consumatosi tre anni prima, di scendere in Italia e ristabilire la pace. Ciò avvenne e Firenze dovette pagare a caro prezzo la propria volontà d'indipendenza e, nonostante un'eroica difesa, l'assedio riuscì a causa del tradimento del mercenario perugino Malatesta Baglioni e le forze nemiche penetrarono nelle mura cittadine dando inizio ai saccheggi e alle violenze. La città fiorentina ritornò sotto il dominio Mediceo e Alessandro de' Medici ne divenne poi, nel 1532, il secondo duca.
 

 

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