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Le terme romane di Firenze
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Le terme romane di Firenze

I bagni pubblici, a cui si accedeva gratuitamente o pagando un biglietto d'ingresso assai modesto, erano fonte di grande piacere per i romani, che vi passavano talvolta l'intera giornata. Gli edifici, circondati di norma da portici con botteghe, erano lussuosi e fornivano ogni genere di divertimenti: giardini ornati di statue dove si poteva passeggiare, palestre per la ginnastica, locali per i massaggi, stadi per praticare sport e addirittura biblioteche.


Uno dei giochi preferiti dai frequentatori delle terme era il trigon: una partita di palla a tre dove i giocatori, posti ai vertici di un triangolo, si infervoravano a lanciare con una mano e a riprendere con l'altra le palle lanciate a gran velocità e senza preavviso. Ma si giocava anche a pallavolo, a palla al balzo, a palla al muro e ad una specie di rugby praticato per lo più dai giovani. Il pallone poteva essere riempito di sabbia, o di piume, o d'aria, oppure di terra o di farina, in base al gioco che si voleva intraprendere. Non stupisce, quindi, che le terme fossero la meta preferita dei romani, non solo per ragioni igieniche e distensive, ma anche perché, specie nei mesi invernali, potevano ospitare nei locali, sempre riscaldati, i cittadini infreddoliti.

In ogni edificio termale vi erano almeno tre grandi vasche piene d'acqua a differente temperatura: fredda, tiepida o bollente. Vicino all'entrata si trovavano, solitamente, gli spogliatoi; dopo essersi svestito, il bagnante poteva accedere prima agli esercizi fisici oppure direttamente ai bagni. In questo caso, secondo il canone dettato da Plinio il Vecchio, entrava in primo luogo nei locali dove l'atmosfera di vapori surriscaldati attivava la traspirazione (bagni turchi), poi nel vicino calidarium, dove la temperatura era sempre elevata; qui si bagnava la pelle madida di sudore per poi raschiarla con lo strigile, strumento ricurvo di origine cretese dotato di manico e incavato a canale, che poteva essere di bronzo, d'argento, d'avorio o di legno. Quando era pulito, passava al tepidarium per graduare la temperatura corporea, infine si gettava nella piscina d'acqua fredda del frigidarium. Il poeta Orazio, assiduo frequentatore termale, fu talmente convinto della bontà dei bagni freddi da curare la sua gotta con gelide immersioni anche nel cuore dell'inverno. I bagni erano luoghi molto rumorosi, perchè a Florentia come a Roma, ai cittadini piaceva cantare e fischiettare oltre che chiaccherare dei campioni dell'anfiteatro o contrattare le cose più disparate. Le donne si bagnavano in locali separati da quelli degli uomini, laddove la grandezza delle terme lo consentiva, oppure entravano in orari diversi. L'orario di accesso ai bagni pubblici, ai tempi di Adriano, andava, d'estate, dalle sette e mezza del mattino alle nove di sera circa; mentre in inverno era anticipato di circa due ore e mezza. Di solito, le ore del mattino fino a mezzogiorno erano riservate alle donne; da quell'ora in poi, agli uomini. A darci una concreta testimonianza dello sviluppo economico raggiunto da Florentia nel II secolo d.C., sono i tre grandi edifici termali che essa possedeva. Le Terme Capitoline. Localizzate nel 1892, durante le demolizioni del ghetto e delle zone adiacenti al centro di Firenze, coprivano un'area di circa 3000 mq, in una "insula" della città che fin dal periodo repubblicano era stata occupata da abitazioni private. La ricostruzione cartografica dell'architetto Corinto Corinti, ci mostra lo schema classico di edificio termale romano, che rispondeva sicuramente ad un piano prestabilito per il riordinamento e l'arricchimento di Florentia, avvenuto tra la fine del I e l'inizio del II secolo d.C.. (fig 1).

 


fig.1

 

L'ingresso, dal quale si accedeva ad un ampio vestibolo, si trovava alla metà del suo lato meridionale sul Decumano Massimo, l'attuale Via Strozzi. Dal vestibolo, salendo un gradino, si entrava nel frigidarium, fiancheggiato da due piscine frigide. Da qui, attraverso la stanza di passaggio, si accedeva al tepidarium con il pavimento su suspensurae in mattoni quadrangolari. Attiguo al tepidario era il calidarium, formato da due grandi saloni a croce absidata comunicanti, misuranti complessivamente metri 13 x 32, forniti l'uno di una piscina calda su suspensurae, l'altro di una piscina fredda. Le Terme Capitoline restarono in uso per tutta l'età imperiale e furono abbandonate con l'abbattimento dell'acquedotto, durante le guerre goto-bizantine (metà VI sec. d.C.). Le Terme di Capaccio. Concordando con le innumerevoli testimonianze lasciate dagli studiosi dei secoli passati sull'esistenza delle Terme romane nel settore di via delle Terme, fu nel 1926, in occasione dello scasso per la costruzione di una cantina in via di Capaccio che vennero alla luce le vestigia di alcuni ambienti che evidenziavano chiari segni di appartenenza ad un complesso termale. In seguito, gli scavi effettuati nel 1947 per la ricostruzione dei palazzi distrutti nella II Guerra Mondiale, permisero di confermare l'esistenza di un grande edificio del quale furono esplorati ambienti con ricchi pavimenti in mosaico ed in marmi policromi (fig 2).

 


fig.2

 

La base di un ampio colonnato di granito rivelò il carattere pubblico dell'edificio che si estendeva su gran parte, e oltre, l'area occupata adesso dal Palagio di Parte Guelfa, fra le vie di Capaccio e di Por Santa Maria, per una superficie totale di circa 4000 mq. Nei successivi scavi del 1950, fu localizzato un grande salone con una piscina per bagni freddi rivestita in marmo lunense e cipollino; intorno a questo salone si affacciavano altri ambienti anch'essi parzialmente rivestiti in marmo. In un lungo corridoio, situato a nord dell'edificio, prospettava la parete di un ninfeo a nicchie semicircolari dove si trovavano delle statue marmoree, due delle quali appartenenti ad Ercole. Questo grande edificio termale costruito verso il 130 d.C., essendo imperatore Publius Aelius Hadrianus, beneficiò, nel corso dei due secoli successivi, di arricchimenti strutturali per poi subire purtroppo, durante l'assedio degli Ostrogoti (406 d.C.), un grosso incendio per il quale fu abbandonato; il ricco materiale di statue, pietre e marmi, fu saccheggiato per essere utilizzato in altre costruzioni, e parte della zona divenne in seguito luogo di sepolture. Le Terme di Piazza della Signoria. L'indagine archeologica effettuata nel secolo scorso, come preliminare ai lavori di ripavimentazione di Piazza della Signoria, dette subito i suoi frutti. Nel gennaio 1974, infatti, venne alla luce un edificio termale pubblico di eccezionali dimensioni, anche questo risalente al II sec. d.C. Negli scavi apparve subito la muraglia semicircolare in filaretto del diametro di circa 10 mt. del calidarium, con accanto, la bocca del forno per il riscaldamento. Nel prosieguo degli scavi vennero individuate due piscine minori rettangolari, alcune lastre dei rivestimenti in marmo, i tubuli dove passava il vapore per riscaldare gli ambienti e le colonnine in mattoni che sostenevano gli impiantiti cavi. (fig 3).

 


fig.3

 
I vestiboli di collegamento erano decorati con mosaici bianchi e neri a motivi geometrici. Sotto il frigidarium fu ritrovata una strada di epoca repubblicana appartenente al primo impianto della colonia. In altri settori della città romana sono state localizzate, nel passato, delle strutture termali private: come quella nella Piazzetta di S. Elisabetta, con tepidarium, frigidarium e calidarium, la cui pianta semicircolare fece da base alla Torre della Pagliazza costruita nell'Alto Medioevo; e quella ritrovata presso la Porta Aquilonarum all'ingresso della città di fronte al futuro Battistero, ossia il Balneum Martis, gestito dai liberti Daphnus e Chryseis come attesta un'epigrafe, che sarebbe rimasta in funzione fino all'inizio del V secolo. Sul pavimento del tepidarium furono rinvenute diverse monete bronzee d'imperatori romani. Alcuni ambienti su suspensurae, un tepidarium con l'annesso calidarium, locali appartenenti all'impianto balneare di una casa signorile, furono ritrovati anche tra Via Porta Rossa e Via Calimala a ridosso del recinto sud della città. Il Pozzo Pubblico. Si trovava nel Foro presso l'Aula Capitolina, sotto l'attuale Gambrinus. Lungo 12 metri e largo 2,30, il pozzo era coperto e vi si accedeva scendendo una scala in pietra con diciannove gradini (fig 4).



fig.4

 
Al suo interno fu ritrovata una stele a bassorilievo di una divinità fluviale, probabilmente la personificazione del Fiume Arno le cui acque davano alimento perenne al pozzo medesimo. Nello spurgo del pozzo, che rimase in uso fino all'Alto Medievo, si raccolsero avanzi di anfore per attingere l'acqua, pezzi di embrici, frammenti di porfido e di marmo multicolori riferibili alla nicchia del fondo, una testa marmorea appartenente forse ad una statua onoraria di un magistrato, alcune monete bronzee di Antonino Pio, Adriano, Domiziano e di Lucio Settimio Geta. Come fu osservato negli scavi dell'800, i muri perimetrali del pozzo a filaretto di pietra forte e cemento, si alzavano a retta per 4 metri sopra il livello dell'acqua, dopo di che accennavano ad un inizio di copertura così da escludere, per quanto vicino al Tempio Capitolino, un suo utilizzo sacrale.

 


Florentia, ricostruzione gradica della Firenze romana

  

Nelle TERME di Firenze:

ALVEUS.............………………............. vasca da bagno per abluzioni calde
APODYTERIUM………………………. spogliatoio
CALIDARIUM………............................ il locale più vasto con piscina ad acqua calda
CONCAMERATIO…............................. doppia parete per il passaggio dell'aria calda
CUBICULUM…..................................... dove si attendeva il completamento del processo di traspirazione violenta (anche: stanza da letto per i servi)
DESCRICTORIUM e UNCTORIUM..... gabinetti per massaggi
EPHEBEUM………............................... dove si faceva ginnastica
FRIGIDARIUM…….............................. locale con piscina ad acqua fredda
HYPOCAUSIS……................................ forni
HYPOCAUSTUM….............................. spazio vuoto sotto il pavimento
LABRUM…………............................... vasca da bagno con acqua tiepida
LACONICUM…………........................ stanza fortemente riscaldata, bagno turco
LAPIS SPECULARIS…........................ lastra trasparente di fengite per le finestre
OPUS TESSELLATUM………………. mosaico policromo
PISCINA NATATORIA dove si nuotava
SFAERISTERIUM…………………….. dove si giocava a palla
SOLARIUM……………………………. per l'elioterapia
SUSPENSURAE……….......................... pilastrini che sostengono l'impiantito cavo
TEGULAE AMMATAE……………….. mattoni vuoti
TEPIDARIUM…………......................... ambiente riscaldato a temperatura media
TERMOPOLIUM……………………… il punto di ritrovo (bar)

 

 

Autori

Enio Pecchioni e Giovanni Spini
Gruppo Archeologico Fiorentino

 

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